"C'è solo da augurarsi di stare bene" mi dice il pensionato seduto accanto a me. Da un paio d'ore siamo in attesa davanti agli sportelli del centro di prenotazione di visite ed esami in ospedale. Insieme a noi, ci sono decine e decine di persone. 140 utenti in coda, leggo sul bigliettino erogato dal display, non appena prenoto il mio turno. 140?! Non è uno scherzo. L'ampia sala de Cup appena rinnovata è strapiena. Le sedie sono tutte occupate. La gente aspetta in piedi, paziente, il proprio turno. Incredulità, stupore, rabbia, rassegnazione. Gli stati d'animo si alternano. Il tempo dell'attesa diventa occasione per chiacchierare col vicino, sfogarsi, confidarsi. Ciascuno ha una storia da raccontare. "Ho chiesto appuntamento dall'oculista per il mio bambino - mi dice la ragazza seduta di fianco - ho chiamato a gennaio, mi hanno dato appuntamento oggi, a settembre. Ho aspettato 9 mesi. Quando ho prenotato mi hanno detto che se avessi voluto l'appuntamento subito, avrei dovuto pagare 100 euro". Possibile? "Si si. ho preferito aspettare quasi un anno". E il problema non è risolto. "Devo prenotare un'altra visita, chissà quando mi daranno appuntamento", dice mentre aspetta da un paio d'ore il suo turno. "Devo prendere appuntamento dal fisiatra per mio figlio in carrozzina" dice il pensionato seduto alla mia destra. Intanto i numerini sul display scorrono, per fortuna, abbastanza velocemente. 180, 181, 182. Ce ne sono ancora tanti, però, prima di arrivare al mio 250. Non tutti gli sportelli sono aperti. Su 7, a disposizione ce ne sono 4. I tempi rallentano di nuovo. Tra chi è in attesa, si crea una certa complicità. Inizia uno "scambio" di numerini. Qualcuno si arrende, decide di andarsene. Lascia il suo bigliettino a chi resta, che può cosi guadagnare un pò di posizioni. 'ti cedo il biglietto numero 250". Sembra un gioco. "Grazie. Qualcuno ha di meglio?". "Offro un numero 230". Meglio prenderla sul ridere, insomma. Anche quando allo sportello, arrivato il mio turno, dopo oltre 2 ore di attesa, mi sento dire: "No, non deve prenotare qui, ma da un'altra parte : lo sportello apre nel pomeriggio, tra qualche ora"
"C'è solo da augurarsi di stare bene" mi dice il pensionato seduto accanto a me. Da un paio d'ore siamo in attesa davanti agli sportelli del centro di prenotazione di visite ed esami in ospedale. Insieme a noi, ci sono decine e decine di persone. 140 utenti in coda, leggo sul bigliettino erogato dal display, non appena prenoto il mio turno. 140?! Non è uno scherzo. L'ampia sala de Cup appena rinnovata è strapiena. Le sedie sono tutte occupate. La gente aspetta in piedi, paziente, il proprio turno. Incredulità, stupore, rabbia, rassegnazione. Gli stati d'animo si alternano. Il tempo dell'attesa diventa occasione per chiacchierare col vicino, sfogarsi, confidarsi. Ciascuno ha una storia da raccontare. "Ho chiesto appuntamento dall'oculista per il mio bambino - mi dice la ragazza seduta di fianco - ho chiamato a gennaio, mi hanno dato appuntamento oggi, a settembre. Ho aspettato 9 mesi. Quando ho prenotato mi hanno detto che se avessi voluto l'appuntamento subito, avrei dovuto pagare 100 euro". Possibile? "Si si. ho preferito aspettare quasi un anno". E il problema non è risolto. "Devo prenotare un'altra visita, chissà quando mi daranno appuntamento", dice mentre aspetta da un paio d'ore il suo turno. "Devo prendere appuntamento dal fisiatra per mio figlio in carrozzina" dice il pensionato seduto alla mia destra. Intanto i numerini sul display scorrono, per fortuna, abbastanza velocemente. 180, 181, 182. Ce ne sono ancora tanti, però, prima di arrivare al mio 250. Non tutti gli sportelli sono aperti. Su 7, a disposizione ce ne sono 4. I tempi rallentano di nuovo. Tra chi è in attesa, si crea una certa complicità. Inizia uno "scambio" di numerini. Qualcuno si arrende, decide di andarsene. Lascia il suo bigliettino a chi resta, che può cosi guadagnare un pò di posizioni. 'ti cedo il biglietto numero 250". Sembra un gioco. "Grazie. Qualcuno ha di meglio?". "Offro un numero 230". Meglio prenderla sul ridere, insomma. Anche quando allo sportello, arrivato il mio turno, dopo oltre 2 ore di attesa, mi sento dire: "No, non deve prenotare qui, ma da un'altra parte : lo sportello apre nel pomeriggio, tra qualche ora"
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