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Visualizzazione dei post da 2015

Pilota d'aerei, la nostra è una vita stressante

Un coetaneo del copilota della Germanwings, in servizio negli Usa, "siamo sempre sotto stress, ma non facciamo controlli o visite dallo psicologo" Stefano Biundo, desiano, è un pilota d'aerei. Ha alle spalle oltre 3500 ore di volo con la American Eagle, nonostante la sua giovane età. Ha 29 anni, solo due anni in più di Andreas Lubitz, il copilota dell'aereo della Germanwitz che, stando alle indagini, ha provocato volontariamente lo schianto costato la vita, martedì scorso, a 150 persone. «Non è la prima volta che un pilota si suicida in volo: mi sembra di ricordare un altro caso avvenuto su un volo della Ethiopian Airline» dice,  in collegamento via Skype dall'Alabama, negli Usa, dove lo hanno raggiunto la moglie Cristina e il figlio Lorenzo di 20 mesi. "Da noi negli Stati Uniti comunque per regola non può stare un solo pilota in cabina: se il collega deve assentarsi anche solo per qualche minuto, deve entrare un assistente di volo". E allarga

Donne venute dall'Est

«Cosa desideriamo? Un posto dove incontrarci, al caldo». Lo dicono in coro, Maria,  Ludmilla, Galina, Valentina, Olga, Anna, Oxana, Irina, Anna, Nadia, Alessia. «Ocen priatna». Piacere di conoscervi. Non tutte vogliono farsi fotografare. Il loro "salotto" è il parchetto di via Fratelli Cervi a Desio. Si ritrovano qui, tutti i pomeriggi, dalle 14 in poi, per circa due ore. E' il loro tempo libero. Poi devono rientrare al lavoro, a casa degli anziani che accudiscono quotidianamente. Un lavoro duro, quello delle badanti. Non hanno una propria casa, uno spazio tutto loro. Ecco, allora, che alla domanda: «Che cosa desiderate?» rispondono tutte insieme: «Un posto chiuso, dove trascorrere le nostre ore libere, incontrarci e chiacchierare tranquillamente».  E' la stessa risposta, la stessa esigenza che emerge dalla ricerca sulle donne immigrate di Desio,  promossa dall'amministrazione comunale in collaborazione con associazioni e scuole del territorio, nell'a

Nazir 'pace pace'

« Mangio lasagne, pizza e spaghetti, penso  e scrivo poesie in italiano» . Nazir Shahid racconta sempre volentieri la sua storia. Lui ce l'ha fatta. Arrivato dal Pakistan nel 1990, dopo tanta fatica e sudore, oggi può dire di essersi ben integrato in Italia. Anzi. E' più che integrato. E' diventato italiano, perchè nel 2011 ha ottenuto la cittadinanza. Resta un punto di riferimento per la sua comunità d'origine e per i tanti stranieri che giungono in Brianza in cerca di fortuna. «Bisogna darsi da fare» ripete. Nazir lo ha dimostrato. Non appena ha trovato lavoro, negli anni 90, si  è specializzato come saldatore. «Nei primi tempi, mentre i miei colleghi erano in pausa pranzo,  io imparavo il mestiere affiancando il mio capo». Il pakistano ha subito compreso l'importanza della formazione. «Ho imparato l'italiano». Dopo il lavoro, per lui c'era la scuola. «Ho ottenuto il diploma di terza media frequentando il corso serale delle 150 ore alla scuola Rodar

Io, musulmano, volontario in oratorio

Contro i pregiudizi e le paure, per la convivenza tra culture e religioni. La bella storia di Hasan.  Gioca  calcio, allena, fa il volontario all'oratorio. E ha tanti amici italiani. Il giorno di Natale lo passa con la famiglia dei suoi amici più cari, italiani. «Perchè è bello condividere le gioie». Mohamed Hasan, 26 anni, pakistano, è in Italia da 17 anni. «Ho frequentato la quinta elementare e le medie a Giussano e poi l'Itis Fermi di Desio».  La sua adolescenza è stata come quella di tanti coetanei italiani. Calcio, amici, uscite serali.  «Mi sono italianizzato» scherza. «Ragiono come un italiano: focalizzo gli obiettivi e cerco di raggiungerli. Non mi perdo in distrazioni». Come un perfetto brianzolo, insomma. Casa, lavoro, famiglia. Hasan vive con mamma, papà e fratelli a Giussano.  Come suo papà Ashraf, è punto di riferimento della comunità pakistana del centro islamico di via Forlanini di Desio e dei giovani dell'associazione Mhinhaj Ul Quran. «Ai miei coe